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Solo alcuni fiori muoiono davvero

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Io lo so che solo alcuni fiori muoiono davvero, quelli che non riesco a fotografare perché si aprono quando non sono a casa e svaniscono nel volgere di poche ore, ma più ancora quelli cui non riesco a dedicare niente più che uno sguardo fugace, perché altri impegni premono. Ma nonostante questo, indifferenti, continuano ad esplodere stelle arancio, bianche e gialle.Rebutia species Rebutia species

Un nuovo inizio

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In due anni ho fotografato i fiori del Thelocactus exaedrophorusin tutti i modi, eppure non riesco proprio a stancarmene. Pochi dei miei fiori mi piacciono così tanto. Mi piacciono i primi fiori della stagione, come questo che fiorisce adesso, ancora indecisi e fragili con i loro petali spiegazzati di sonno, venati di rosa, sottili e trasparenti come ali di libellula. Mi piacciono i fiori che si aprono più avanti nell’estate, gloriosi e splendenti di riflessi metallici. Mi piacciono i fiori che preannunciano l’autunno, più pacati e distratti.

Eppure ogni anno qualcosa è diverso: il primo fiore del Thelocactus mi dice che un nuovo ciclo inizia, ma che cosa ci sia in serbo ancora non è dato saperlo, quale sfumatura avrà il prossimo fiore?
Thelocactus exaedrophorus Thelocactus exaedrophorus Thelocactus exaedrophorus Thelocactus exaedrophorus

L’Echinopsis chamacereus e la messa a fuoco del rosso

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L’Echinopsis chamacereus è una pianta decisamente solida e resistente: quando è arrivata qua nel 12 mq era solo una talea di belle speranze, ma nel giro di due anni è ormai diventata una delle decane del balcone, continuando a proliferare con nuovi fusti che spuntano sia dal terreno che dai fusti già esistenti. Se ne è altamente fregata della pioggia, non ha dato alcun segno di sofferenza per la molta e imprevista umidità di questo inverno, e adesso ha iniziato a fiorire. L’unico accorgimento che mi sono accorto di doverle usare p di non esporla ai raggi troppo diretti del sole: è una pianta che preferisce posizioni sì soleggiate ma riparate nelle ore più calde della giornata. Eppure, mi sono accorto di non aver mai premiato abbastanza la sua fedeltà nel corso di questi anni: non le dedico mai molte foto. Solo ora credo di aver capito il perché: in realtà io le foto le faccio, ma il colore dei petali di questo fiore manda in tilt la macchina fotografica, e le foto vengono sempre un pochino fuori fuoco, o completamente fuori fuoco. Non ho una spiegazione scientifica per questo fenomeno, posso solo prenderne atto… Peccato, perché sono fiori comunque molto belli, per quanto non spettacolari come le altre Echinopsis che possiedo!
Echinopsis chamacereus Echinopsis chamacereus Echinopsis chamacereus

Solo per un giorno

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I fiori delle Echinopsis sono decisamente fra i miei preferiti, per le loro grandi corolle delicate e dal profumo intenso. Questa magia dura a stento il tempo di una giornata: dalla mattina alla sera, o dalla sera alla mattina a seconda della specie, la stella dei petali si distende e appassisce. Eppure, il prodigio si prepara nel corso di lunghe settimane, durante le quali il boccio prima spunta, poi si allunga progressivamente e con grande lentezza, per poi ingrossarsi poco a poco, e infine fremere ed aprirsi di colpo. Quanto lavoro, quanta attesa e quanta preparazione, per godere del sole e del vento appena poche ore, che sono evidentemente sufficienti, nell’economia della natura, perché la pianta compia la propria missione biologica.

Quando il tempo che possiedo mi sembra poco per tutto ciò che vorrei fare e non riesco a fare, per i progetti che non riesco mai a portare a termine, per gli argomenti da studiare, per i libri da leggere, per le persone da incontrare, penso a tutta questa effimera perfezione che dura solo per un giorno, e mi sembrano vane, almeno per un po’, tutte le preoccupazioni.
Echinopsis Echinopsis Echinopsis Echinopsis Echinopsis Echinopsis

Le mie delicate trasparenze e uno schiacciante confronto

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Dirò a mia parziale discolpa che le Echinopsis di cui mi fregiavo hanno sofferto molto questo inverno per il disastro della serra: molte sono marcite dopo aver preso incidentalmente l’acqua per due giorni, ma nonostante tutto uno dei polloni che mi furono regalati ormai due anni fa a Casciana Terme sta fiorendo proprio in questi giorni. Questa corolla si apre a partire da un lunghissimo stelo internamente cavo, come un tubo (e perciò temo che la nomenclatura corretta non sia esattamente stelo…), e si apre con petali bianchi al centro e rosa chiaro, con una striatura centrale di un rosa più intenso, quelli esterni. Il bianco dei petali è delicatamente trasparente, etereo e impalpabile.

IMG_0255_2 IMG_0257_2Non mi è per niente di consolazione rivedere alcune foto che ho scattato poche settimane fa all’Isola d’Elba, che mostrano come può diventare un’Echinopsis se opportunamente coltivata… O sarà semplicemente una questione di terra, illuminazione e aria buona? Voglio pensarla così, va…Echinopsis EchinopsisEchinopsis

Dettagli

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Solo dettagli: il Carpobrotus acinaciformis mantiene le sue promesse e apre le sue corolle di un rosa accecante.

Carpobrotus acinaciformis

Carpobrotus acinaciformis

Carpobrotus acinaciformis

Carpobrotus acinaciformis

Carpobrotus acinaciformis

Carpobrotus acinaciformis

Le piante e il loro carattere

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L’Astrophytum asterias si sgonfia in inverno, quando deve essere tenuto in totale assenza di acqua, fino a sembrare prossimo allo sfinimento. Però, non appena torna il bel tempo è fra i primi a fiorire, gli scorsi anni erano stati fiori sul giallo-arancio, mentre in questi giorni la medesima pianta si apre con questa delicata corolla color pesca: forse sono veramente ingenuo, ma questa cosa riesce a sorprendermi sempre, come i cactus cambino ogni anno i loro fiori.

Fiorisce sempre, l’Astrophytum, senza indugio, e senza aspettare di riprendere pienamente le forze e le sue dimensioni normali.

Per questo motivo, se provo a immaginare le piante come dotate di una loro propria indole, mi figuro questo cactus forte e generoso, uno che non esita a privarsi di qualcosa per te… Sarà vero? Chissà! Se ne possedete un esemplare, provate semplicemente a non tenerlo mai in casa, ma sempre in esterno purché al riparo dalla pioggia e dalle gelate nella brutta stagione, e a non dare acqua durante il periodo invernale, e poi mi direte cosa ne pensate del suo carattere!Astrophytum myriostigma nudum

Quest’anno mi riposo

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Mi stupisce sempre come, da un anno ad un altro, cambino le fioriture dei cactus. Lo Stenocactus multicostatus nel 2013 aveva prodotto un ammasso di fiori forti e fitti al centro dell’apice vegetativo, quasi violenti nella loro prorompente vitalità. Quest’anno, pur non mancando di fiorire, i fiori sono in numero inferiore, e i colori mi sembrano più tenui e delicati, meno imperiosi. Forse è una sorta di anno sabbatico: alcuni alberi da frutto fanno così, un anno producono molti fiori e molta frutta, l’anno successivo si riposano un po’ e il terzo anno è di nuovo un anno di grande produttività. Non resta che aspettare il prossimo per tirare le somme…Stenocactus multicostatus Stenocactus multicostatus Stenocactus multicostatus

Prove a sostegno della teoria dell’anno sabbatico

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Inizio a pensare che la mia teoria dell’anno sabbatico applicata alle piante non sia proprio una solenne bischerata da pulcino ignorante. Dopo lo Stenocactus multicostatus e l’orchidea, me lo conferma il Carpobrotus acinaciformis, che era solo una talea nell’inverno del 2011, e nel giugno del 2012 fioriva con due bei fiori fucsia. Il 2013, il niente più assoluto.

Soliti interrogativi: che ho fatto di male, perché non fiorisci, che vuoi, perché non parli???

In effetti la fioriera in cui si trova non è molto grande, e la pianta tende ad estendersi molto, strisciandone fuori ed estendendosi laddove non ci sarà terreno ad accoglierla… Forse nel tentativo di fuggire dalle mie amorevoli cure?

E invece ecco qua: aprile 2014. Ho contato venti bocci che aspettano di aprirsi…Carpobrotus Carpobrotus

Qua ci stiamo solo scaldando

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L’inverno è stato molto duro qua nei 12mq. Non ha fatto particolarmente freddo, lo sappiamo, però ha piovuto tanto, e anche sopra le piante, dopo l’implosione della serra lo scorso ottobre, avvenuta mentre non ero in casa e in concomitanza con una bella acquata. Adesso, rinvasando, ho dovuto fare la conta dei caduti… Fra i tanti, anche la Mammillaria polythele inermis che è stata la prima pianta della mia collezione. Insomma un inizio di primavera vagamente turbato dalla consapevolezza che avrei potuto fare di più e meglio questo inverno, ma le circostanze non me lo hanno consentito.

Per fortuna che i cactus mica aspettano me: quelli vanno alla grande con le loro gambe. Per esempio, la Mammillaria bombycina di cui ho parlato già lo scorso anno è ormai un monumento vivente, e a tre piani: non si sa come faccia, continuano a puntare alla base polloni su polloni, e adesso sia la pianta madre che i polloni sono pieni di boccioli… Quando prende il via chi la ferma più? Sarà un cesto di fiori rosa, piccoli ma coloratissimi e, soprattutto, imbattibili, alla faccia della serra e del marciume! Insomma, qua ci stiamo solo scaldando…
Mammillaria bombycina Mammillaria bombycina Mammillaria bombycina Mammillaria bombycina Mammillaria bombycina