E’ da molto tempo ormai che vorrei scrivere un post sulla mia Opuntia microdasys ondulata, una pianta che possiedo da un anno esatto e che mi è molto cara. Il fatto tuttavia è che alcuni cactus sono fotogenici, e quindi è un piacere fotografarli e pubblicarne le immagini, mentre altri come li prendi li prendi vengono sempre da schifo… Come gli umani d’altra parte, alcuni in foto rendono bene, mentre altri vengono sempre male (i pulcini come me vengono sempre bene – ahahah!). Questa pianta purtroppo appartiene decisamente alla seconda categoria. Certo che se le mie doti di fotografo fossero migliori forse il problema non si porrebbe, ma vorrei vedere voi a essere alti 4 cm e scattare foto con una macchina che è almeno cinque volte tanto!
L’Opuntia microdasys è una succulenta di piccole dimensioni che ben si presta alla coltivazione in vaso (senza il rischio di ritrovarsi sommersi da una selva di enormi palette e spine lunghe come fiocine come capita con altre specie del vasto genere Opuntia), originaria degli altipiani centrali del Messico e dunque adatta come poche al microclima agostano di Firenze. Si declina in un ampio numero di varietà, come l’albispina, caratterizzata dal colore bianco dei glochidi, la pallida per il colore giallastro dell’epidermide, la rufida per il colore rosso dei glochidi, e così via, fino ad arrivare alla ondulata… considerata la fantasia sin qui dispiegata da chi ha individuato la nomenclatura scientifica, direi per la forma irregolare e spesso arricciata e stropicciata degli articoli.
La foto a sinistra mostra la pianta il giorno dell’acquisto. A dire la verità l’avevo presa perchè aveva una paletta centrale e sopra due palette laterali simmetriche: sembrava la silhouette di Topolino e mi aveva fatto tanta simpatia (eh sì, brillo per il rigore sistematico con cui valuto i miei acquisti), però nel trasporto una delle due palette si è staccata, con mio notevole disappunto pienamente condiviso dalla Disney… Due mesi fa invece la pianta si presentava come nella foto a destra: non è incredibile? Nel giro di circa dieci mesi sono spuntate nuove palette ovunque! Due hanno preso il posto dell’articolo perduto, mentre altre due sono nate dalla paletta superstite, e a loro volta hanno prodotto altre palette… Queste piante le puoi fare a fette e non si danno mai per vinte, ricominciano daccapo, una paletta, due palette, tre palette… Ma la cosa più incredibile è cosa è successo nei due ultimi mesi: la terza foto infatti è stata scattata oggi. Quelle che due mesi fa erano giusto minuscole escrescenze, oggi sono degli articoli pienamente formati, e quello che si vede in primo piano è chiaramente a forma di cuore… Che dite, sarà un messaggio per me?


Le due foto successive fanno male agli occhi da quanto sono sfuocate: non è crudeltà la mia, è perchè mi piaceva far vedere il dettaglio delle areole con i glochidi. Quelle simpatiche setoline gialle gialle sono una struttura particolare caratteristica del genere Opuntia: si tratta di un tipo particolare di spina, sottilissimo e uncinato, che si trasforma in un’arma temibile se viene sfiorato. Penetrano infatti nella pelle e si possono estrarre solo con molta difficoltà. Quando si maneggia questa pianta, sempre mettere i guanti! Un’altra precauzione da prendere riguarda la palette: il punto di congiunzione fra le varie palette è piuttosto delicato, e basta veramente un colpetto incauto per farle staccare e cadere… In tal caso basterà metterle in terra come una qualsiasi talea di fusto, e radicheranno senza difficoltà, però è un peccato, meglio starci attenti!
