Il giorno di Pasqua solo due pazzi potevano rinunciare al tradizionale e lauto pranzo in famiglia. Al telefono ci raccontano di mostruose mangiate di lasagne e pastiera, ma noi mettiamo nello zaino due panini con il formaggio, prosciutto e insalata e due con frittata di zucchine e ci dirigiamo senza rimpianto (lei) e lacrime agli occhi (lui) verso la spiaggia di Nisportino, sulla costa settentrionale dell’Elba. Anche se la giornata non arride appieno, la bellezza del luogo, selvaggio quanto basta e deserto (gli altri stanno finendo le lasagne e attaccando la pastiera), stempera la nostalgia del tetto e della tavola parentale.

Il golfo di Nisportino dalla scogliera a Nord
Ma ciò che veramente svolta la giornata ed evita la crisi di senso di colpa incombente è la meravigliosa geologia del luogo. L’entusiasmo ci fa dimenticare quanto gli strati di roccia somiglino a immensi millefoglie e possiamo dunque passare serenamente un paio d’ore a guardare gli infiniti e cangianti colori dei ciottoli arrotondati dal mare e la parete di arenaria che si erge a chiudere il lato settentrionale della spiaggia, che si scaglia in corrispondenza dei piani di deposizione frammentandosi in migliaia di schegge, punte e blocchi. Se non condividono la medesima dieta, un archeologo e un naturalista possono tuttavia essere accomunati da una smisurata ammirazione per le fratture concoidi dei diaspri rossi e per le striature brune causate dai fenomeni ossidativi. Terminati i gridolini isterici possiamo attaccare la vera meta dell’escursione: il percorso denominato “delle Pietre Rosse” proprio per i suddetti diaspri, che forma un anello di 8 chilometri con partenza e arrivo proprio dalla scogliera settentrionale di Nisportino e un simpatico dislivello totale di 430 metri in salita.
Insomma c’è da sentirsi male, ma il sentiero (perfettamente indicato dai classici segnavia rossi e bianchi, come sempre ci è capitato nelle nostre escursioni all’Elba) sale veloce senza dartene il tempo fino in cima alla scogliera, si inoltra in una bella faggeta con stupendi scorci sulla costa, per riemergere poi su un crinale da mozzare il fiato. A camminare sul filo della montagna con il mare a strapiombo non si sa quanti metri sotto sembra di volare, a patto di non soffrire di vertigini. La risacca sfuma il blu del mare in un celeste brillante, quasi turchino, e il sole finalmente si mostra deciso illuminando di smeraldi il sottobosco.
Subito dopo questo passaggio da fibrillazione cardiaca il sentiero scende rapidamente, attraversando un vasto affioramento di diaspri rossi che assumono in alcuni punti un andamento a gradini curiosamente di forma triangolare, fino alla cosiddetta Cala dell’Inferno, che veramente niente ha di infernale se non il completo isolamento. Una bellissima spiaggia di ciottoli colorati, il mare cristallino, il piacevole sole primaverile, il silenzio assoluto rotto solo dal frangersi delle onde, un tronco trasportato dal mare che reca impresse nelle venature del legno chissà quali storie di vita, sradicamento e attesa… Non c’è un luogo migliore per trascorrere un’ora di pace con l’universo.
Stupendo, natura commovente
Le storie argentee dell’albero, raccontate da voci sottili, un controcanto portato dal vento che sfiora azzurre distanze, oppure silenzio che fatica ad essere e tace e s’arrende.
Grazie, che belle parole!
Paesaggi mozzafiato! 😉