Siamo giunti al termine di questa avventura, e ci congediamo dalla Licia trascorrendo una giornata a Phaselis, una di quelle giornate folgoranti, con il cielo di un azzurro intenso e il mare liscio e pacificato come mai ci è apparso nelle settimane precedenti. Phaselis è un antico porto, sviluppato su tre insenature naturali che dovevano fornire un approdo sicuro e anche piacevole, direi! Le rovine di edifici, banchine, strade e acquedotti sono disseminate in mezzo ad un bosco di pini, dal verde brillante, che diffondono un aromatico profumo.
Le scale degli approdi affondano pigramente nell’acqua vitrea, e ci lasciamo contagiare dal ritmo e dal fluire delle onde. Basta non affacciarsi alla prima delle tre baie, che lì ci sta la masnada furente vomitata da barconi pesantemente kitch, inspiegabilmente propensa a non allontanarsi in cerca di un po’ di pace. Ma noi siamo davvero stanchi, dopo quasi due settimane di galoppate, e quindi per questa volta diamo solo un’occhiata superficiale al sito invece di schiacciarci quelle quattro-cinque ore come siamo soliti fare, e ci concediamo qualche ora di relax sulla spiaggia.
Che poi è il caso di dirlo, il sito arriva direttamente sulla spiaggia, dove si affacciano mausolei e sarcofagi, esposti dalle mareggiate in un perfetto esempio didattico di stratigrafia archeologica che ci si potrebbe fare il matrix in un nanosecondo. Un ultimo sarcofago giace sul fondo marino, a pochi metri di distanza dalla battigia. Immagino un paradiso degli archeologi che prendono allegramente il sole compilando schede US e scavano con la trowel stando comodamente sdraiati sull’asciugamano…
Poco dopo, avremmo preso un dolmus per Antalya, e da lì saremmo tornati a Istambul. Al termine del viaggio, abbiamo calcolato che in tutto abbiamo percorso più di 2000 chilometri, ripartiti fra 3 traghetti, 6 autobus urbani e 4 extraurbani, 3 tram, 39 dolmus, 7 passaggi in auto, 4 tratte in bicicletta e innumerevoli chilometri a piedi…
Ma non mi sento sazio di questo paese, e per il prossimo anno mi scopro già a sognare l’Anatolia centrale e la Cappadocia, il Mar Nero e il Lago di Van, il Nemrut Dag e l’Ararat. E anche per la Licia, non mi sento di dirle addio ma solo arrivederci…
Se prometti che fai un’altra serie di queste esperienze di viaggio, ti pago io il prossimo viaggio
Piaciuto! E meno male che il diario l’hai fatto tu. Sennò io del mio viaggio me ne sarei scordata metà (quella dei nomi)!!! 😀
Peccato che questa sia l’ultima puntata della serie, mi è piaciuto tantissimo seguire le avventure e le gesta epiche di Piumino & C. in Turchia! Spero di leggere presto il seguito di “On the road ” in Anatolia, Cappadocia etc etc.