Turchia on the road 7 (come scendemmo senza ferirci nella Valle delle Farfalle e incredibilmente ne risalimmo)

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Nonostante le scarpe da trekking simil-professionali il nostro aspetto doveva denunciarci inequivocabilmente come turisti fai da te della peggior risma, perchè mentre cercavamo, verso le quattro del pomeriggio, il sentiero per scendere da Faralya alla Valle delle Farfalle, più di una persona ci ha guardato con sguardo attonito e ci ha richiesto più volte dove volevamo andare, concludendo che no, non ce l’avremmo mai fatta a scendere e a risalire prima delle 19.30, quando passa da lì l’ultimo dolmus diretto a Olüdeniz, dove abbiamo preso alloggio in un’agghiacciante pensione impavesata coi vessilli delle squadre di calcio dei cinque continenti (ometto documentazione fotografica).

Beh, per essere un percorso che secondo la Lonely Planet si può coprire in 25 minuti siamo messi benone… Considerando inoltre che la guida suddetta pare talvolta diretta a gente incapace di provvedere ai propri bisogni più elementari pensavamo di apparire almeno un poco più scafati, e invece qua c’è chi mette in dubbio che possiamo farcela in tre ore e mezzo…

Ma non ci facciamo intimorire, anche perchè niente ci fa più paura. Faremo tardi? Chissene… Prenderemo un passaggio, torneremo a piedi (che vuoi che siano 15 chilometri), torneremo a nuoto, voleremo… E’ da quando siamo partiti che vogliamo vedere la Valle delle Farfalle, anche se trattandosi di falene vedremo la valle ma assai probabilmente non le farfalle. A meno che non perdiamo l’ultimo dolmus!Faralya (3) (Medium)E in effetti quando finalmente troviamo il sentiero, grazie ad una gentile escursionista francese che ci conferma il tempo di percorrenza di 25 minuti, un pochino vacilliamo… Quello che si vede là in fondo è il mare sì, e il dislivello non riusciamo a stimarlo, ma è abbastanza notevole. Le pareti di roccia scura incombono a picco sulla valle, il sentiero è una traccia di sassi fra la vegetazione, appena confermata da macchie di vernice rossa, ma poste a dire il vero a distanza ravvicinata e ben visibili. E quindi iniziamo a scendere, e mano a mano che il sudore ci scorre sulla schiena il miraggio dell’acqua marina ci riempie la mente.

Faralya (5) (Medium)Faralya (1) (Medium)Finchè il sentiero non si interrompe, di botto, sul niente.

Ah no. Non si è interrotto. C’è solo che c’è un simpatico dislivello di una quindicina di metri da coprire sulla nuda roccia tenendosi avvinghiati ad una fune fissata ad un albero. Beh se ti tieni avvinghiato non scendi. Quindi a malincuore ogni tanto bisogna staccare una mano dopo l’altra dalla fune e lasciarsi calare giù. A ben guardare la guida lo diceva, che c’era qualche punto un po’ più difficile in cui c’erano funi a cui tenersi. Un po’ più difficile? A cui tenersi? Qua non è questione di scelta, se non vai giù con le funi l’unica alternativa è buttarsi a piè pari di sotto. Non è la prima volta che mi chiedo se gli autori siano stati veramente a verficare sul posto (come a Capo Tenaro in Grecia…)

E con quale modalità affrontare il passaggio? Fronteggiando impavidi il dirupo e scendendo utilizzando la più classica tecnica “di terga” sulle rocce appuntite? Oppure dare le spalle all’ignoto puntellando i piedi alla parete? Per quanto la prima opzione abbia un certo fascino e consenta inoltre di scendere con notevole eleganza, optiamo per la seconda. Meglio non guardare in faccia l’ignoto.

A dire il vero, superato il timore iniziale la discesa è divertentissima, perchè vivere un’avventura è tornare un po’ bambini, e quindi prendiamo progressivamente sicurezza e anzi gusto nell’arrampicare sulle funi. Ci sentiamo anzi parecchio ganzi, finchè non sopraggiunge un ragazzo turco evidentemente molto più veloce di noi, che dapprima si sofferma ma poi ci sorpassa svelando la qualità delle sue calzature: un paio di ciabatte… Superati da un tipo in ciabatte!!! Lo smacco è totale. Gli chiediamo ingenuamente come faccia a fare sto sentiero in ciabatte, e lui risponde semplicemente: lo faccio tutti i giorni. E dopo poco risalgono due tipi a velocità sostenuta anch’essi in ciabatte! Ma che è una tradizione locale?

Faralya (2) (Medium) Faralya (4) (Medium)Se mi concentro sul paesaggio riesco a non pensare all’affronto subito. E il paesaggio è stupendo: all’inizio il pendio è ricoperto di fichi d’India maestosi per quanto asciugati dalla mancanza di acqua, ma scendendo le opuntie lasciano il posto ad altri arbusti ma soprattutto a piccoli pini e ad altre conifere, che riparano almeno un poco il sentiero dai raggi del sole. Il silenzio è irreale, ma quello che colpisce di più è la personalità quasi palpabile delle pareti di roccia, che incombono sopra e intorno a noi con il loro colore cupo, con le spaccature ombrose e il gioco di echi che si crea quando un qualche rumore risuona nella valle. Mi tornano in mente tanti racconti mitologici, in cui le cime e le forre sono abitate da ninfe o da altre presenze meno rassicuranti.

Tempo di percorrenza finale: 45 minuti. Ma ne vale la pena. Arriviamo infine sul fondo della gola, ricoperta di un manto di erba che ci arriva alla vita, ed in cui camminando sembra di volare. In fondo, la spiaggia di ciottoli e sassetti arrotondati, e dall’acqua cristallina. Quando le barche dei tour turistici si allontanano (insieme con l’ultima possibilità di ritorno senza arrampicata) la pace è totale. Proprio alle spalle della spiaggia c’è una specie di campeggio libero e un po’ fricchettone, dove ci piacerebbe molto restare se potessimo.

Abbiamo fatto anche questa. E sì, certo, siamo risaliti in tempo per prendere l’ultimo dolmus per tornare alla follia di Olüdeniz, perchè comunque risalire è molto più semplice e lo si può fare nella metà del tempo.

Abbiamo anche avuto modo, nonostante ogni previsione negativa, di sederci all’ombra in un piccolo caffè una volta tornati sulla strada, e di assaporare una volta in più la gentilezza e la voglia di comunicare dei turchi, chiacchierando con un po’ di gente che prendeva il tè, una volta in più felici per aver superato un altro e per la salutare sensazione dell’aria pulita nei polmoni.Faralya (6) (Medium)

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