Turchia on the road 4 (come rincorremmo il sole sulla spiaggia di Patara)

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Patara (1) (Medium)Immaginate una lunghissima spiaggia di sabbia fine e bianca, il tramonto, il vento che ruzzola sulle dune creando un micropaesaggio fatto di sottili increspature e di rami ritorti e modellati dal salmastro, in cui le zampe dei gabbiani disegnano traiettorie indecifrabili: siete a Patara, sulla costa della Licia, e incredibilmente siete soli, nessuna altra ombra si allunga intorno a voi e l’unico segno della presenza umana sono le impronte lasciate sul bagnasciuga.

Uno dei tanti ricordi indimenticabili di questo viaggio è come rincorremmo il sole in controluce sulle dune, lui sempre più basso all’orizzonte ma nonostante questo inafferrabile.

cartina-licia-costa-turcheseMa facciamo un passo indietro: e sia chiaro che, come mostrano le foto sotto, a) non racconto storie e non ho visto nessun film e b) stavolta c’è financo il nesso con le piante grasse, visto che nel sito abbondano le Opuntie, rigogliosissime e cariche di fichi d’India!

Già: perchè qua si tratta di uno straordinario e del tutto inaspettato connubio di arte, archeologia e natura. Per arrivare alla spiaggia, una delle più lunghe della Turchia, bisogna infatti pagare il biglietto di ingresso ad un sito archeologico, e visitando il sito archeologico, ci si imbatte in una meravigliosa laguna salmastra, e nella lunghissima spiaggia che l’ha creata, imprigionando il mare coi suoi cordoni di sabbia.Patara (2) (Medium) Patara (3) (Medium)Siamo arrivati a Patara dopo i consueti magheggi di dolmus – prendine uno, cambialo, fatti lasciare in un posto X abbandonato da Dio e dagli uomini ma provvisto dell’immancabile furgoncino per la vendita delle angurie, bevi un chai mentre aspetti il passaggio successivo – che ormai costituivano uno dei divertimenti del viaggio e la possibilità di mettere alla prova le nostre capacità di adattamento nonchè le nostre doti di comici in scarpe da trekking.

Nonostante la stanchezza ci siamo fiondati nel sito, e se devo essere sincero la cosa che agognavo di più era giungere al mare e gettarmi in acqua, un po’ per il caldo e un po’ perchè, a differenza di Didime ad esempio, il sito non lo conoscevo dai libri e non mi aspettavo granchè. E invece ci sono più cose fra cielo e terra di quante possano insegnarci i nostri libri… e il sito ci ha stregati. Ipotizzo che sia per la presenza dell’acqua. Ripensandoci adesso, tutti i luoghi in cui scorreva l’acqua, o sull’acqua, o che racchiudevano specchi d’acqua ci hanno fatto temporeggiare, indugiare, tornare sui nostri passi o rallentare… Abbiamo mangiato con i piedi nell’acqua fresca a Olympos, osservato i girini nuotare nel bouleuterion di Afrodisia, ascoltato il muezzin nelle vasche di Pamukkale e sì, rincorso il sole sulla laguna e sulla spiaggia di Patara.

Camminando lungo la strada e con la mente fissa alla meta: mare, improvvisamente la nostra attenzione è stata catturata proprio dalla laguna, dallo scintillare dell’acqua, dal verde delle canne e dalle rovine di mausolei che vi si affacciavano. La laguna un tempo era il porto, molto ben riparato e protetto dai marosi, della città licia di Patara. Un mondo a parte, la Licia, di cui si percepisce la fiera identità nonostante la veste greca di cui i luoghi si adornano.

Sedendo sui gradini di una tomba a osservare i riflessi della luce sulla superficie dell’acqua, sembra che il paesaggio ti venga consegnato come se il tempo non esistesse, e che questo sia un pomeriggio di duemila anni fa, tanto è identico il sole che scalda le pietre e il frinire delle cicale. E la mente va al frinire delle cicale che apre il dialogo platonico Fedro, anch’esso sotto la protezione e gli auspici delle acque.Patara (6) (Medium)Tutto il sito è pieno di sorprese: bellissimo il propileo monumentale con la necropoli che si estende appena fuori di esso, il bouleuterion con la strada colonnata che vi da accesso, il teatro con i suoi rilievi enigmatici, le chiese paleocristiane che hanno continuato la vita del sito nella nostra era… E infine la spiaggia, con la sua solitudine carica di discrete presenze.

Ma la visione placida delle tombe che guardano la laguna è l’immagine che ci resta indelebile nella memoria, proveniente da un pomeriggio attuale di centinaia di anni addietro.Patara (8) (Medium) Patara (9) (Medium) Patara (10) (Medium)

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