In genere preferisco le spine (leggi cacti), non so nemmeno io perché, ma ultimamente mi piacciono sempre di più anche le succulente non cactacee. Trovo affascinanti soprattutto quelle a rosetta, forse perché la pianta stessa sembra già un fiore aperto, e solo curandola ti sorprende con la vera fioritura. Così si comportano le piante del genere Echeveria, appartenente alla famiglia delle Crassulaceae e originario dell’America centrale e del nord-ovest dell’America meridionale: ad un certo punto inizia a spuntare un lungo stelo al centro delle rosetta oppure su di un lato, che produce poi alla sommità un gruppo di fiori campanulati. Il genere comprende tantissime specie, che si divertono a distinguersi per dettagli minutissimi: la forma e il numero delle foglie, la presenza o meno di una peluria sull’epidermide, il colore e il portamento dei fiori, che posso essere eretti oppure penduli. Se dunque si può riconoscere il genere con un certo margine di ragionevolezza, distinguere la specie è una task force inadatta ai più (fra cui mi annovero – Katya aiuto!!!). Questa Echeveria l’ho comprata il 30 aprile alla Mostra mercato del Giardino dell’Orticoltura: mi è piaciuta la sua epidermide verce chiaro, ricoperta di una delicata peluria, e poi sono stato conquistato dai piccoli fiori di colore arancio con sfumature gialle che, quando sono ancora chiusi, ricordano i frutti del diospero… in miniatura!
Mag15
ma che cosa gli fai a queste piante? Le mie non fioriscono mai. Sarà il clima delle Cure?
Mi fai morire d’invidia…
Eccomi qua! Ragazzi io come credo sia chiaramente percepibile non sono un genio della botanica: il decalogo del cactuscultore cui mi attengo è semplicissimo altrimenti non mi riuscirebbe. Sole e acqua in estate (sempre, almeno per quanto mi riguarda, con un occhio al consumo idrico!), mentre in inverno le piante vanno tenute asciutte, al riparo da acqua vento e gelo (io ho una banale serra da 9 euro) ma devono sentire il freddo. L’inverno è naturalmente il momento più delicato. Non bisogna tenere le piante grasse in casa altrimenti non fioriscono. Non bisogna muoversi a compassione e dare acqua perché potrebbe far loro molto male. A tutto il resto credo che pensi l’orientamento simil-equatoriale del mio terrazzo!
Bella sequenza.E come sempre accompagnata da un commento simpatico.Ma cosa rispondi a Maura?
Come sempre gentilissimo!