E mentre le temperature notturne arrivano ormai agli 0 °C, e talvolta anche un paio sotto, tanto per non farci mancare niente… e mentre Attila flagella anche Firenze con venti gelidi e tesi… e mentre cadono i primi fiocchi di neve e le automobili arrivano in città dalla Faentina e dalla Bolognese con i tetti ricoperti di un candido mantello… ci sono ancora cactus che fioriscono indisturbati nel tepore della mia serra.
Mi attende, un mattino di sole e cielo terso in cui sembra di poter toccare Fiesole allungando appena un po’ la mano oltre la balustra della terrazza, il Notocactus magnificus (sn. Parodia magnifica) con una composizione di quattro fiori color giallo zolfo, al centro dei quali si scatena una tempesta visiva di stami intorno al pistillo. La pianta è il regalo che la mia amica Carolina mi ha riservato per il mio ultimo compleanno, a febbraio: si tratta di una cactacea a fusto globoso con costolature pronunciate, su cui si dispongono le areole, feltrose, che accolgono ciascuna un gruppo di spine di colore dorato, lunghe e sottili, piuttosto morbide. Il mio breviario dice che le piante appartenenti a questa specie dovrebbero fiorire in estate: il mio esemplare o ha una percezione orgogliosamente alterata dello spaziotempo, oppure è in enorme anticipo, o in imbarazzante ritardo.
In alternativa, potrei divertirmi a pensare che mi abbia voluto fare una sorpresa… e se questo era lo scopo ci è riuscito perfettamente!
I fiori sono un gesto d’amore della pianta nei confronti di chi la accudisce.
Ce ne fossero di Caroline…
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Tanti cari auguri agli umani e alle piante.
roberto
Anche ai pulcini! Auguri!!!