Oggi è una ricorrenza speciale: è il compleanno della prima e – spero tuttora – più assidua lettrice nonchè fan di questo blog, mia mamma! Per questo le voglio dedicare un post su una delle mie piante preferite: la Mammillaria gracilis. Una cactacea di piccolissime dimensioni, ma straordinaria sotto tanti punti di vista.
In primo luogo da quello estetico: personalmente la trovo bellissima, con la sua epidermide di un tenero verde chiaro che fa da sfondo al bianco candido delle spine, e con la sua struttura ad articoli di forma rotondeggiante che non può che fare simpatia. Sembra un alberello in miniatura ricoperto di fiocchetti di neve, o un albero di Natale già decorato di palline! In secondo luogo per la sua incredibile vitalità: accestisce a vista d’occhio, e non solo alla base, ma anche lungo il fusto. Se si guardano bene le immagini, si vede che il corpo della pianta è percorso da protuberanze che sono come piantine in miniatura: si tratta di polloncini, che diventando adulti contribuiranno a formare un cespo denso e compatto, come una sorta di cuscino! Se urtati, gli articoli cadono facilmente, e si possono trapiantare in un vasetto per farli radicare e ricavarne delle talee, ma ultimamente ho iniziato a lasciarli radicare nel vaso della pianta madre, in modo da creare piano piano un cuscino ancora più ricco…
La struttura è quella tipica delle piante appartenenti al genere Mammillaria, con tubercoli, in questo caso di dimensioni molto contenute, alla cui estremità spuntano le areole. Le spine, disposte radialmente, formano una coroncina bianca e morbida al cui centro compare, nei fusti più vecchi, un’unica spina di maggiori dimensioni e di colore scuro, disposta perpendicolarmente rispetto alla superficie. Le spine tendono a ricoprire la pianta e a nascondere l’epidermide sottostante, per cui l’impatto visivo prevalente è quello di una pianta tutta bianca… I fiori, che stanno iniziando a spuntare adesso, si collocano nelle ascelle fra tubercolo e tubercolo, e sono di un giallo chiarissimo, così come gli stami ed il pistillo.
Ma la caratteristica più divertente di questa pianta è senz’altro la presenza dei polloncini: non mi stancherei mai di guardarli e di fotografarli. Se cerco di spiegarmi il perchè di questa predilezione, mi sovvengono ricordi di una vita precedente in cui facevo l’archeologo (ebbene sì, che credete che un pulcino non possa tenere in mano una pala?! ma non fatemi diventare aggressivo per favore) e mi viene in mente che la miniaturizzazione è una tendenza molto comune in tutte le culture umane in numerosi aspetti della vita sociale e soprattutto religiosa. Le offerte agli dei ad ai defunti, ad esempio, sono in gran parte costituite da oggetti, animali e persone rappresentate in dimensioni inferiori a quelle reali… Mi piace fare della filosofia spicciola e banalizzante nonchè proferire osservazioni prive di senso: direi che la possibilità di rappresentare la realtà in questa forma “tascabile” ha sempre affascinato l’uomo. Alla stesso modo, è affascinante contemplare questi microcosmi… non sarà un caso che anche i giocattoli siano spesso oggetti da adulti miniaturizzati nelle dimensioni adatte ad un bambino?
Molto molto carino. Penso che una certa mamma ha apprezzato e ha visto anche l’ora del post….
Grazie!! Stamani la mia giornata é cominciata con la bella novità di aver di nuovo (finalmente) wi-fi, che a sua volta mi ha permesso di avere la sorpresa del tuo regalo, apprezzatissimo, proprio in tempo! 💋💋 Qui è un paradiso di piante e alberi, ma di succulente & C. , almeno ai miei occhi profani, poche tracce, credo per il clima troppo umido, anche se caldo. Ma tu riusciresti senz’altro a trovarle anche qui…..
Uffa… la mia mamma non è tecnologica e non mi considera…
Ma davvero eri archeologo?!? ;-P
Pingback: Fiori di novembre « 12mq
Pingback: Come ti coltivo il cactus io: l’esposizione alla luce | 12mq