E’ una bellissima pianta lo Stenocactus multicostatus.
Adoro la sua superficie profondamente solcata da decine di onde sottili che come per magia si inseguono e si corrispondono, allontanandosi e avvicinandosi in perfetta armonia. Onde di un immaginario mare, o meglio di un lago alpino, di quelli che sanno regalare sfumature impensabili dal turchese al più puro verde smeraldo, forse per loro intrinseca natura, o forse più semplicemente per il riflesso di migliaia di abeti che si riposano sulle loro rive. Ma se si guarda bene la pianta nel suo complesso, con la sua forma globulare leggermente depressa all’apice e le asperità che la segnano, sembra di osservare un piccolo planisfero che rappresenti un qualche strano pianeta in cui complicate catene montuose si susseguono a valli irraggiungibili e oscure.
Adoro il candore delle areole che hanno la consistenza di un fiocco di neve o di un batuffolo di zucchero filato, ma che dietro al loro innocente apparire covano la forza delle spine. Adoro queste sciabole rosso arancio che si infittiscono al centro a formare un’indistricabile foresta. Cosa si nasconde là dentro che debba essere tenuto così gelosamente in serbo?
Ed è un regalo, e per questo conta di più. Grazie Marina, e grazie alla tua complice!
Ma.. ma… sono io!!!????
Quale onore! Anche da parte della mia complice, che prima o poi si deciderà a commentarti anche lei!
E quanta poesia nelle tue parole! Bello l’entusiasmo che hai! Continua così (e so che lo farai!)!
Ma grazie a te che senza di te non ci sarebbe questo spazio un po’ folle in cui mi diverto così tanto!
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