Sembra una di quelle candele a forma di cactus l’Astrophytum myriostigma nudum, con la sua epidermide compatta e coriacea dalla consistenza cerea, con quella sua immobilità e insensibilità al vento al sole e all’acqua tale da renderlo più simile ad un oggetto che ad un essere vivente. Una superficie uniforme, priva di peli, priva di scaglie, priva di spine, priva di qualsiasi cosa possa lasciar pensare che linfa scorra all’interno della corazza.
E invece, vive. Vive eccome.
Forse lentamente come se il suo fosse un tempo geologico e non vegetale, o come fosse fuori dal tempo.
Il segno è dato dalla comparsa, nel punto dove si vanno a rincorrere le cinque costolature che rendono la sua forma così matematica e perfetta, di due piccoli ciuffetti bianchi e neri. Appaiono in sordina, senza clamore, e te ne accorgi probabilmente dopo qualche giorno. Ma piano piano, crescono. Lentissimamente. E poi, una mattina sono diventate due stelle che non sono candide e neppure gialle, ma risplendono orgogliosamente al sole.
Pianta stupenda, come tutte le Astrophytum 🙂
Grazie! E infatti credo che ne vorrò delle altre 😉 !
Potresti impollinare i fiori e seminare questa primavera… 😉
Confesso che con le semine sinora sono stato un disastro… Forse non sono un pulcino abbastanza paziente… Ma riproverò!
Sono l’aspetto più ‘complicato’ e appassionante secondo me..
Ho provato ad autoimpollinare un astrophytum ornatum, ma niente da fare per tutta l’estate (ho scoperto dopo che le astrophytum sono autosterili 😀 ). Intanto ho provato con una Mammillaria zeilmanniana, sono spuntati i frutti e ho raccolto i semi. Quando nascono le prime piantine è un’emozione, non demordere e vedrai che bello 😉
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BELL FIORE
Grazie per essere passata di qua!