Continua la rassegna delle Opuntia: è un genere che comprende un vastissimo numero di specie e sarà dunque classificato come il vostro incubo peggiore (un assaggio di cosa può significare qui). Dopo l’Opuntia microdasys ondulata, è la volta dell’Opuntia microdasys velour: sì, si tratta di due varietà della medesima specie, ma a prima vista non si direbbe proprio viste le notevoli differenze. Mentre la prima ha epidermide verde brillante e areole fitte di glochidi di un colore giallo squillante, la seconda è verde grigio, ma soprattutto ha areole praticamente prive sia di spine che di glochidi. Beh, qualche motivo per appartenere alla medesima specie ce l’avranno, sarà una questione di DNA che però rimane accuratamente nascosta. Senza considerare che la sottospecie ondulata ha tempi di crescita rapidissimi, mentre la velour ha tempi a dir poco geologici: in un anno è nato appena un nuovo articolo.All’inizio la nuova paletta si è palesata come un nocciolino rosso ruvido, e sulle prime ho pensato trattarsi di orribile&sconosciuta malattia… Peste? Invece poi ha preso forma e ho potuto tirare un sospiro di sollievo e un moto di tenerezza alla vista di questo capolavoro in miniatura, che racchiude tutto in potenza: l’epidermide priva di imperfezioni, le areole vicine vicine che si allontaneranno con la crescita, le foglie nella forma di appendici cilindriche in corrispondenza delle areole, destinate a scomparire ben presto ma che adesso formano una morbida peluria lungo il margine superiore.
Ago15