I fiori delle piante appartenenti al genere Gymnocalycium sono in genere molto belli: non spettacolari come quelli degli Echinopsis, ma delicati e carnosi, assolutamente ben proporzionati rispetto alla pianta. Sinora, fra i diversi Gymnocalycium che possiedo, ho potuto vedere solo il fiore del Gymnocalycium baldianum, di cui adoro il colore rosa antico, dalla tonalità calda ed intensa. Inoltre, mentre i fiori di altre cactacee, come appunto l’Echinopsis o la Copiapoa, una volta aperti durano 24 ore o poco più, i fiori dei Gymnocalycium durano qualche giorno, aprendosi la mattina e chiudendosi al calare del sole. Quello che hanno queste piante è che sono lente da morire, una cosa estenuante. La mia pazienza è messa seriamente a dura prova. All’inizio di giugno ho notato che all’apice vegetativo di un piccolo Gymnocalycium damsii v. centrispinum rotundulum (ha più titoli di un lord questo supponente di un cactus), acquistato lo scorso anno a fine settembre, sono spuntati contemporaneamente due boccioli. La pianta ha una geometria perfetta, che mi ricorda quella dei fiocchi di neve. La forma è globulare molto compressa con otto costolature segnate da fossette orizzontali e piccoli rigonfiamenti in corrispondenza dei quali si trovano la areole con le spine, che si presentano bianche e piuttosto morbide. Il colore dell’epidermide è verde chiaro, con zone brune. Durante l’inverno tutta la superficie era diventata rosso-bruna, e difatti temevo che stesse poco bene, e invece con la primavera ha assunto di nuovo un colore accettabile. Ho fotografato i bocci che iniziavano a fare capolino e mi sono messo ad aspettare… aspettare… aspettare…
Ecco il dettaglio, ed i medesimi bocci dopo circa due settimane. Una crescita irrisoria. Adesso i bocci sono completamente formati, ma ancora non si sono aperti. Per cui, a distanza di un mese non ce la faccio più… sono curioso come una lontra di vedere di che colore siano!
Poichè questo è un blog serio e impegnato, approfitto per lanciare un appello, avendo assistito ad un atto di crudeltà del tutto gratuito perpetrato in pieno centro e sotto gli occhi dei passanti. Si tratta di almeno cento pulcini tenuti stipati in un improbabile cestino, esposto in vetrina sotto i raggi cocenti del sole, la cui temperatura si aggirava oggi intorno ai 40°. Prossimamente petizione on-line per la loro liberazione: firmate tutti. Poi li mettiamo in una terrazza esposta a sud ad annaffiare cactus, ma questo è un dettaglio.
O piumino…..a parte la pericolosa contagiosità della curiosità sul colore dei fiori del cactus lord, mi hai fatto morire dal ridere con la petizione online sull’atto di crudeltà verso i pulcini! Sono pronta a firmarla subito appena è on-line
Non ridere! E’ un affare serio! 😉 Vedi che sono tutti riversi e tramortiti dal caldo?
Io firmo!
Lascio la petizione scritta piccina picciò al CgG!
I pulcini invece che sulla terrazza a 40° li metterei di servizio al carro, oppure al II piano del museo di Arezzo…
Per conto mio, ritiro l’invito a Sinalunga: se vedi il cactus che ho appena ammazzato (l’ho affogato in verità) è capace che chiami i servizi sociali e me li togli tutti!!
Nuooooo! Dovresti sapere (visto che hai studiato diritto penale) che l’affogamento di cactus è punito con la reclusione da 1 a 3 anni e con una multa da 1000 a 3000 euri! Per questa volta chiuderò un occhio…
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