Possiedo questo cactus da fine settembre del 2011. Da un po’ di tempo sospettavo che si trattasse di una pianta appartenente al genere Copiapoa, ma di specie indefinibile almeno in base alle mie scarse conoscenze. Si tratta di un genere originario del Cile, in cui abbonda dal livello del mare fino ai 1000 metri di altitudine, prediligendo habitat desertici con scarse escursioni termiche – sì sì, proprio come Firenze in questo periodo dell’anno. Ci sono davvero insospettate analogie fra l’America latina e il capoluogo toscano. Il cactus ha forma globulare, ed è caratterizzato da numerose costolature ad andamento curvilineo, con ingrossamenti in corrispondenza dei quali sono presenti le areole da cui fuoriescono spine di colore nero, piuttosto lunghe. Mi piaceva molto il modo in cui si “incastrano” le costolature, con la parte ingrossata di una in corrispondenza della parte stretta dell’altra. Parlo al passato perchè il mio idillio con questa pianta si è irrimediabilmente spezzato. Ecco: all’apice, c’è un morbido cuscinetto lanoso, da cui ad un certo punto hanno iniziato a spuntare due boccioli. Ed ecco sorgere i primi dubbi: i bocci sembravano rosa, e avevo letto invece che le Copiapoa hanno in genere fiori gialli…
Mmmm… Attendevo dunque con ansia di capire: ero di fronte ad una rarissima Copiapoa dai fiori rosa, oppure la malvagia cilena stava deliberatamente tentando di depistarmi? Quando i bocci hanno iniziato ad aprirsi, ho capito che doveva trattarsi della seconda ipotesi: il fiore è giallo! Ho pensato che il giorno dopo li avrei fotografati completamente aperti… e invece il giorno dopo erano già sfioriti… Odiosa! Odio ufficialmente la mia Copiapoa! Sto meditando di rispedirla in Cile, oppure gettarla in pasto alle orde di cocciniglie…
Mmmmm… però fra bozzi, bocci, spunzoni, lanugine, parassiti, spine… a me queste piante grasse mi convincono poco! Ma se il problema è la compagnia un gattino proprio no, eh? No, sciocca che sono, ti mangerebbe. Sorry per l’indelicatezza.
ma non ti piace il mio lessico? devo elevarmi poeticamente?
Non no, non è questione di lessico, sono proprio le piante che mi fanno un po’ senso!!!!
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